Luca Martinelli
Elementi di Base sull'articolatore
Pubblicazione n. 6 - 05 Novembre 2012
1. L'ARTICOLATORE
1.1 Premessa
In commercio vi è una grande varietà
di articolatori dai più semplici ai più complessi, diversi modelli, diversi
materiali costruttivi e diversi principi di funzionamento che fanno riferimento
alle varie teorie esistenti.
L’argomento articolatori è piuttosto complesso e comprende i sistemi di
trasferimento dei dati registrati sul paziente (Arco facciale cinematico, arco
facciale arbitrario, pantografo, cere ecc. che sono trattati separatamente
nell’Ausilio Didattico “Elementi di base sull’arco facciale” ed altri ancora
come ad esempio il kinesiografo o strumenti invece più semplici come la
forchetta di Fox ecc. ecc.) necessari per poter posizionare i modelli e per
poter programmare correttamente l’articolatore.
Articolatore significa poi affrontare
argomenti come la biomeccanica masticatoria,
cioè quella “scienza che tratta
dell’applicazione dei principi fisici sulle strutture viventi al fine di
ricavarne informazioni sul movimento (funzionamento) sugli effetti della
mandibola sui denti”, un argomento complesso,
per chi non ha delle preconoscenze, che coinvolge anche altre scienze e discipline
ad essa collegate; evidenziamo questo per sottolineare che queste brevi
informazioni hanno tutt’altro scopo che affrontare il tema da un punto di vista
scientifico.
Cercheremo invece di fornire una
“panoramica” utile a comprendere meglio cos’è un articolatore per chi è
completamente digiuno della materia, è ovvio che ognuno dovrà poi approfondire
le conoscenze in maniera dettagliata per ogni singolo articolatore di cui
intende promuovere la vendita; ogni articolatore, infatti, ha delle proprie
caratteristiche e funzionalità d’uso conferite dal fabbricante, che spesso non si
trovano in altri articolatori dello stesso fabbricante o della concorrenza.
1.2 A cosa serve l’articolatore
L’articolatore è uno strumento
meccanico che serve a riprodurre il movimento che compie la mandibola a simulare
cioè il movimento della bocca.
Al suo interno vengono posti i
modelli in gesso, ricavati dalle impronte rilevate sul paziente, sui quali
l’odontotecnico andrà a fabbricare il dispositivo medico su misura, cioè quei
dispositivi che possono riportare il paziente in condizioni ritornare a
masticare o che possono ripristinare una condizione estetica (ponti, corone,
protesi totali, scheletrati, ecc.), che possono correggere una malocclusione
e/o postura errata o trattare particolari patologie come ad esempio il Bruxismo
(apparecchi ortodontici mobili o fissi, bite riabilitativi, bite per stretching
statico, ortottici, ecc.) od ancora per costruire cerature diagnostiche o
semplicemente analisi occlusali.
Se con un dito tocchiamo
lateralmente (a destra e sinistra) la nostra faccia, vicino l’orecchio, (Fig.
1) aprendo e chiudendo la bocca possiamo sentire il movimento di apertura e
chiusura della mandibola, il punto in cui essa articola (Fig. 2); questa
articolazione è chiamata Articolazione Temporo Mandibolare (A.T.M.).
4. ACCESSORI
Fig.1
Punto dove posizionare il dito
Fig. 2
Punto dove posizionare il dito
Individuato il punto ( 1- Fig. 3) proviamo ad immaginare una
asse ideale che attraversa da parte a parte la nostra faccia (2 – Fig.3);
1 2
Fig.3
Asse ideale
Questo asse ideale si chiama
“asse cerniera” (terminale) ed è l’asse attorno al quale ruota la nostra
mandibola.
L’articolatore è formato da due
parti, una superiore (1- Fig. 4) ed una inferiore (2-Fig. 4), che ruotando
intorno ad un perno (3-Fig. 4) simulano proprio il movimento di asse cerniera.
Fig. 4
Il perno di rotazione (apertura-chiusura) dell'articolatore corrisponde all'asse cerniera anatomico.
Nella figura 4 Bis una visione d'insieme.
Fig. 4 Bis
In conclusione i modelli in gesso,
ricavati dalle impronte prese sul paziente e che rappresentano la bocca del
paziente (2- Fig. 5), vengono posti nell’articolatore, (Fig. 6) questi, a sua
volta, simula i movimenti compiuti dalla bocca del paziente.
Fig. 5
Rappresentazione dell'articolatore che simula l'asse cerniera (1)
e dei modelli che simulano la bocca del paziente.
Fig. 6
L’articolatore, a seconda del
modello, può in realtà fare una ulteriore
serie di movimenti oltre al semplice movimento di apertura e chiusura,
movimenti che cercano di riprodurre tutti i tragitti che una mandibola può
compiere come ad esempio lo spostarsi lateralmente, andare avanti e indietro
masticare ecc. .
2. LE PARTI DELL’ARTICOLATORE
L’articolatore è composto da
molte parti ed accessori, come abbiamo già indicato gli articolatori e le
teorie di riferimento sono molti, per questo non sono tutti uguali;
nell'immagine che segue possiamo trovare in linea di massima le parti
principali comuni alla maggioranza degli articolatori.
L'immagine fa riferimento ad un articolatore a valori medi.
Fig. 7
*Note:
- Le piastre di montaggio possono essere
anche di tipo magnetico - split cast. (Fig. 22);
- Il distanziatore serve per
aumentare la distanza interna di lavoro (distanza fra la branca superiore e
quella inferiore) rimuovendolo la piastra di montaggio può essere posta
direttamente a contatto con la branca;
- L’asta incisale è solitamente
graduata.
- L’A.T.M. degli articolatori tipo
“ARCON” hanno geometria e posizione diversa (2- Fig. 10);
-Le branche montanti sarebbero da
considerarsi parte della branca inferiore, in quanto simulante la mandibola,
tuttavia per meglio individuare le varie parti dell’articolatore vengono
specificate separatamente.
3 CLASSIFICAZIONE DEGLI
ARTICOLATORI
Esistono non meno di dieci-undici
classificazioni che i diversi autori fanno in base a diversi criteri, quelle
che andremo a descrivere sono solo le principali classificazioni.
3.1 Arcon e non Arcon (ARCON - Acronimo che sta per: ARticulator CONdyle)
L’articolazione della bocca è
composta dalla fossa glenoidea (1a-Fig. 8) che accoglie il condilo della
mandibola (2a-Fig. 8) nell’articolatore queste due anatomie sono riprodotte nella
branca superiore (1b – Fig. 8) e nella branca inferiore (2b- Fig. 8).
Fig. 8
1a- fossa glenoidea sullo scheletro; 1b - fossa
glenoidea sull’articolatore ;
2a - condilo sullo scheletro; 2b - il condilo
sull’articolatore
Il
risultato di questo accoppiamento (Fig. 9) permette all’articolatore di
riprodurre il movimento mandibolare.
Fig. 9
Questa giunzione può avere geometrie e posizioni diverse a
seconda del tipo di articolatore e naturalmente a seconda del fabbricante.
In base a questo gli articolatori
sono divisi in due grandi famiglie:
ARCON e NON ARCON.
3.2 Articolatori
ARCON
Gli articolatori tipo ARCON hanno
il condilo (che abbiamo visto) sulle
branche montanti dell’articolatore (1-Fig.10) e la fossa glenoidea,
nell’articolatore chiamata scatola condilare, sulla branca superiore (2-Fig. 10).
Fig. 10
Le due parti sono separabili.
3.3 Articolatori NON ARCON
Gli articolatori NON ARCON hanno invece il condilo sulle
branche superiori, praticamente il prolungamento del suo asse cerniera (1-Fig. 11),
mentre la scatola condilare è posta sulle branche montanti (2-Fig. 11).
Fig. 11
Generalmente le due parti non sono separabili anche se oggi in commercio si può trovare qualche articolatore a valori medi non arcon con le brache separabili.
3.4 le classi (le differenze)
Oltre questa prima grande distinzione gli articolatori si
suddividono ancora in classi e sottoclassi che come abbiamo detto sono molte e
dipendono dal criterio utilizzato dall’autore, è possibile vedere questa
classificazione in altra pubblicazione; non entreremo quindi nel merito ma
semplicemente diremo che esistono articolatori con delle differenze anche
sostanziali e quindi diverse famiglie di articolatori che in linea di massima
sono:
3.4.1 Occlusori (Fig. 12), strumenti estremamente
semplici, ed economici, che riproducono solo il movimento di apertura e
chiusura e che in alcuni casi compiono anche dei movimenti di lateralità; i
modelli vengono posti arbitrariamente e quindi i movimenti che eseguono non
riproducono lo stesso movimento della bocca del paziente;
Fig.12
Esempio di alcuni occlusori
A sn un occlusore che può compiere
movimenti di apertura chiusura ed ha uno stop regolabile; a dx un occlusore con
piastre di montaggio rimovibili, stop regolabile e possibilità di movimenti
laterali.
In
questo caso, ad esempio, la branca superiore ed inferiore sono separabili.
3.4.2 Articolatore a valori medi fissi (Fig. 13), si tratta del tipo di
articolatore più semplice, più utilizzato e più venduto (ed anche il più
economico della sua tipologia); non può essere programmato con i valori rilevati
sul paziente si può tuttavia utilizzare, quale riferimento, il piano occlusale;
in questo caso l’odontoiatra dovrà utilizzare la forchetta (o piano) di Fox.
Quelli che hanno l’arco facciale permettono invece di porre correttamente
i modelli al suo interno rispettando così
la reale posizione spaziale della bocca del paziente; i valori dei movimenti
che può compiere sono prefissati e non modificabili (a parte ovviamente
apertura e chiusura). I valori attribuiti sono stati stabiliti facendo una
media generale delle inclinazioni anatomiche rilevate su un campione
significativo della popolazione da qui il nome valori “medi”.
Fig. 13
Esistono anche articolatori a valori medi adattabili;
sostanzialmente uguali ai valori medi fissi, questi hanno però la possibilità
di variare, all’interno di un range predefinito, gli angoli di inclinazione dei
movimenti. Hanno un costo generalmente più elevato.
3.4.3 Articolatori semi regolabili o valori semi individuali (Fig.
14), si tratta di una articolatore abbastanza diffuso, di costo rilevante, sul
quale è possibile trasferire i dati rilevati sul paziente; non tutti i dati
rilevati sul paziente sono però trasferibili. Per la programmazione
dell’articolatore è necessario l’arco facciale cinematico e le cere di
registrazione, viene utilizzato anche con arco facciale arbitrario.
Fig. 14
Esempio di articolatore a valori semi regolabili (valori semi individuali)
3.4.4 Articolatore a valori individuali
(Fig. 15) si
tratta dell’articolatore più complesso, e più costoso, che permette però di
essere programmato con tutti i valori rilevati sul paziente da qui il nome
valori “individuali”. Per la programmazione sono necessari strumenti di
registrazione dei dati sul paziente come l’arco cinematico ed il Pantografo.
Fig. 15
Esempio di articolatore a valori individuali
3.4.5 Articolatori particolari (Fig. 16) come abbiamo accennato gli articolatori “più complessi” sono costruiti, per svolgere la loro funzione, in modo da poter ricevere le registrazioni dei dati del paziente effettuate secondo diverse teorie. Altre teorie non prevedono particolari programmazioni dell’articolatore ed hanno dei sistemi di registrazione dei dati sul paziente totalmente diverse da quelle utilizzate per gli articolatori precedenti. Per chi conoscesse la teoria neuromuscolare questo potrebbe essere un buon esempio.
Fig. 16
Esempio di articolatore particolare - Articolatore "Terminus"
3.4.6 Vertocclusori – verticolatori; Un cenno infine ad una categoria altrettanto particolare che è quella dei vertocclusori (Fig. 17). Si tratta di strumenti particolari utilizzati sia per la produzione di piccoli dispositivi medici su misura definitivi (Es. una corona) o la realizzazione di dispositivi ortodontici od ancora per la diagnostica in ortodonzia.
Fig. 17
Esempio di vertocclusori
1- Vertocclusore utilizzabile per protesi fissa;
2 – Vertocclusore per ortodonzia
2 – Vertocclusore per ortodonzia
4. ACCESSORI
Gli accessori degli articolatori
sono parecchi e si va dai più utili ai più superflui.
Gli accessori
maggiormente utilizzati, maggiormente richiesti generalmente sono:
4.1 Il piano occlusale - Improrpiamente chiamato anche Piano di Camper (Fig.18), abbastanza utilizzato, in dotazione
standard con alcuni articolatori (solitamente articolatori a valori medi) serve
per eseguire il montaggio dei denti con le tecniche che ne prevedono l’impiego
come ad esempio la tecnica Gysi (Prof Alfred Gysi); generalmente sono fabbricati in acciaio od
alluminio.
Fig. 18
Piano occlusale (Impropriamente chiamato piano di Camper)
4.2 Calotta di Montaggio – Calotta di Monson
(Fig. 19); Sicuramente
meno utilizzata del piano di Camper viene impiegata anch’essa per il montaggio
dei denti secondo una teoria diversa rispetto a quella che prevede l’impiego degli
archi facciali, pantografi ecc. e del piano di Camper.
Fig. 19
Esempio di alcune calotte su articolatori diversi
E’ solitamente costruita in
acciaio o ferro trattato in alcuni casi è in materiale plastico trasparente.
4.3 Taratore e Taratore dello zero; alcuni articolatori vengono
“tarati” tutti allo stesso modo in maniera da poter mettere lavori diversi
sullo stesso articolatore senza perdere precisione, per far questo si utilizza
il taratore (Fig. 20).
In altri casi si utilizza un
taratore dello zero (Fig. 21), uno strumento che ha il solo scopo di ottenere un
parallelismo sicuro delle due branche dell’articolatore.
Fig. 20
Esempio di taratore
(sincronizzatore)
I più precisi raggiungono uno
scostamento massimo inferiore a 10µm
Solitamente è fabbricato in
acciaio inossidabile od acciaio-alluminio.
Fig. 21
Esempio
di taratore dello zero (calibrazione zero)
Oltre a questi accessori ve ne
sono molti altri come le basette incisali per le registrazioni
individualizzate, scatole condilari con particolarità diverse da quelle in
dotazione ecc. ecc. .
4.4 Un cenno anche alle piastre di montaggio dei modelli può
essere interessante (Fig. 22).
Nel vasto panorama degli
articolatori possiamo trovare una innumerevole quantità di piastre di montaggio,
si consideri che in linea di massima ogni articolatore (o serie di
articolatori) ha le sue piastre.
Le piastre servono per fissare,
con il gesso, i modelli nell’articolatore e quindi eseguire il lavoro. Non entriamo nel merito d’uso poiché le molte
piastre in commercio sono simili nella destinazione d’uso ma diverse nella sua
modalità di applicazione.
Generalmente sono fabbricate in
alluminio, si possono trovare tuttavia anche in altri materiali come plastiche
o ibridi metallo plastica.
Legenda: A= Modello in gesso; B= Zoccolo in gesso (parte di gesso con il quale si fissa il modello sull'articolatore); C= Piastra di montaggio; D= Contropiastra; E= Branca articolatore.
Fig. 22
Esempio di alcune tipologie diverse di piastre di montaggio
Vi sono poi una infinita serie di
accessori per creare punti di riferimento nel gesso, magneti da inserire
separatamente, zoccoli per fare sia modelli sia articolatori esteticamente già
rifiniti e tecnicamente pregevoli ed ancora piastre per eseguire modelli con
monconi sfilabili (i denti del modello in gesso preparati in una certa maniera
si possono anche sfilare e riposizionare sul modello) che implicano una certa
disponibilità di spazio di lavoro all’interno dell’articolatore (distanza interna
fra le branche).
E’ forse inoltre utile sapere che
in commercio esistono anche articolatori con i quali si possono fissare i modelli senza l’impiego del gesso
mediante semplici agganci a morsa (Fig. 23).
Fig. 23
Esempio di articolatore con fissaggio
modelli senza gesso
(Articolatore “Galletti” originale)
5 MATERIALI DI COSTRUZIONE
La maggior parte degli
articolatori sono fabbricati in alluminio (pressofusione verniciata) con parti
in plastica, acciaio e/o ferro con trattamento superficiale.
E’ comunque frequente l’impiego
di ottone come materiale di costruzione dell’articolatore o di parti di esso.
I tipi più semplici (occlusore)
possono essere completamente in ferro (trattato), alcuni articolatori possono
invece essere completamente in alluminio; sono presenti sul mercato anche
articolatori in carbonio o materiale plastico ma per ragioni di costo ed in
ogni caso per ragioni di non perfetta rigidità non sono molto utilizzati.
6 QUALE ARTICOLATORE SCEGLIERE-PROPORRE
Inutile dire che l’argomento
sarebbe lungo e le conclusioni opinabili a seconda delle proprie convinzioni.
Ci sono diverse teorie e quindi
diversi articolatori alcuni sono più precisi alcuni meno precisi, alcuni che
riescono maggiormente o meno a riprodurre i dati rilevati sul paziente e questo
per la sua tipologia aldilà della qualità intrinseca del prodotto (ricordiamo
che la qualità è il grado con cui un
insieme di caratteristiche soddisfa i requisiti).
Un odontotecnico deve tuttavia essere
in grado di poter soddisfare le esigenze di ogni singolo cliente (Dentista) a
prescindere dalle sue convinzioni e quindi la scelta di un articolatore anziché
un altro è certamente condizionata anche da questo importante fattore come
dire: un dentista - una teoria, una teoria - uno specifico articolatore per eseguire
il manufatto secondo “quella” teoria.
Possiamo però fare una
considerazione puramente commerciale che guarda cioè ai dati di vendita e che
non vuole assolutamente entrare nel merito della validità delle tipologie di
articolatore.
Gli articolatori a valori
individuali per
il loro costo e complessità d’uso, stesso problema che ha l’odontoiatra con gli
strumenti per il rilevamento dei dati sul paziente, sono i meno venduti;
Gli articolatori a valori semi
individuali potremmo
dire che hanno sostanzialmente gli stessi problemi dei precedenti anche se più
semplici da usare e meno costosi, infatti sono abbastanza diffusi.
Gli articolatori a valori medi per ragioni di basso costo e di
estrema semplicità sono fra i più venduti in assoluto; di questi fanno certamente
parte anche gli articolatori a valori medi che possono impiegare l’arco
facciale, il loro uso risulta estremamente facile anche per l’odontoiatra.
Gli occlusori battono tutti in termini di
pezzi venduti ma su di essi si possono eseguire solo piccoli lavori dove non è
richiesta precisione particolare.
Gli articolatori particolari sono particolari anche nella
loro popolarità d’uso, distribuzione geografica e nella loro differenza notevole di prezzo a seconda del tipo e
seguono generalmente teorie che niente hanno a che fare con l’impiego di
articolatori di valori medi semi individuali od individuali né con l’impiego di
archi facciali, pantografi ecc. .
Volendo terminare con una battuta
citiamo il Dr. J Kois (americano) che dice ironicamente: “E' meglio un
articolatore a valori medi ed un cervello a valori individuali che
un articolatore a valori individuali ed un cervello a valori medi”.
Cioè a dire che in ultima analisi
sono l’odontoiatra e l’odontotecnico che fanno la differenza, la molteplicità
di teorie e di strumenti sono solo un ausilio alla propria competenza ed
esperienza, alla propria metodologia di raggiungimento dell’obiettivo sul
paziente.
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