Luca Martinelli
La tecnica della diga di gomma - Strumenti utilizzati
Pubblicazione n. 8 - 06 Novembre 2012
1. LA TECNICA DELLA DIGA
1.1 A COSA SERVE LA DIGA
La diga dentale, ideata in USA
nel 1864 dal Dr. Sanford Christie Barnum, serve a mantenere in ambiente asciutto il dente su cui
si deve eseguire la terapia conservativa.
Ad oggi non vi sono norme tecniche di riferimento tuttavia sono in sviluppo le norme
Sanford Christie Barnum
(1838-1885)
Ad oggi non vi sono norme tecniche di riferimento tuttavia sono in sviluppo le norme
- ISO 16635-1 Dentistry - Rubber Dam Technique - Part 1:
Rubber Dam Punch e le norme;
- ISO 16635-2 Dentistry - Rubber Dam Technique - Part 2: Rubber Dam Clamp
Forceps.
I dentisti che fanno uso della
diga non sono molti anche se negli ultimi anni sono in progressivo aumento.
Questa metodologia di lavoro
offre numerosi vantaggi che a titolo esemplificativo sono:
1- Campo operatorio perfettamente
asciutto e quindi libero da sangue, saliva ecc.;
2- Campo operatorio con rischio
ridotto di contaminazione microbica;
3- Campo operatorio con maggiore
accessibilità;
4- Campo operatorio con maggiore
visibilità;
5- Campo operatorio con rischio
ridotto per il paziente di ingestione di materiali e liquidi;
6- Maggiore possibilità di
eseguire il lavoro oltre che tecnicamente corretto anche esteticamente
soddisfacente;
7- Livello di protezione per gli
operatori da contaminazione crociata;
8- Livello di protezione legale
aumentato in quanto l’utilizzo della diga dimostra una maggiore attenzione al
rischio e quindi alla prevenzione dell’incidente.
A questo si aggiunge un risparmio
di tempo notevole; se si considera infatti che tutte le attività quali ad
esempio l'aspirazione, l'asciugatura l'applicazione dei rulli salivari, il
risciacquo della bocca del paziente ecc. non sono necessarie, si intuisce
facilmente come il suo impiego possa comportare un risparmio di quasi fino la
metà del tempo necessario per eseguire lo stesso lavoro senza diga.
Tutto ciò conferisce infine un
miglior comfort per il paziente ed un minor stress per tutta l'equipe
dentistica.
Per l’uso della diga si impiegano
diversi strumenti ed accessori che sono:
- la
diga, appunto;
- la
pinza foradiga;
- la
pinza porta uncini e
- gli
uncini.
Si aggiungono ad essi alcuni
accessori come ad esempio una dima per segnare i punti su cui poi andare a fare
i fori, strumento utilizzato principalmente dai neofiti, ed un lubrificante
idrosolubile che può servire per far scorre meglio la diga fra gli spazzi
interprossimali dei denti
1.2 Diga e sue varianti
La diga è costituita da un foglio
in “gomma” grande mediamente 15 x 15 cm con spessori che possono essere
compresi, all’incirca, fra 0.14 e 0.38 mm (Fig. 1); si consideri che in
commercio ne esistono di diverse forme, anche rettangolari, di diversi spessori,
con angoli retti od angoli smussi.
Possono essere colorate (Es.
verde, grigio, blu, lilla ecc.), i colori identificano spessori diversi che però
variano da fabbricante a fabbricante; possono essere aromatizzate (Es. menta,
vaniglia…).
5.1 Anatomia dell’uncino
Fig. 1
1.3 Assemblaggio
della diga
Prima
di poter utilizzare la diga la si deve porre su un supporto, il telaio (Fig. 2) che permetterà di tenerla in posizione
distesa, nelle bocca del paziente, cioè senza che si “afflosci” e senza quindi
perdere la sua funzione isolante.
Fig. 2
Esempio di telaio con diga durante
l’assemblaggio
Successivamente la diga dovrà
essere forata, vi sono metodi che possono prevedere anche l’impiego di una dima
con un’apposita pinza fora diga (Fig. 3) per permettere di lasciar passare
all’esterno il dente su cui si dovrà lavorare (Fig. 4).
Fig. 3
Fig. 4
Nella fase di foratura può essere
utilizzato l’ausilio di una dima (Fig.5).
Fig. 5
Esempio di alcune dime per forare
la diga
Per mantenere ferma la diga sul
dente, e quindi permettergli di svolgere la sua funzione isolante, si impiega
un uncino (Fig. 6), una sorta di clip che si fissa sul dente mediante una pinza
appositamente fatta per questo (Fig. 7).
Fig.6
Fig. 7
Per prevenire l’aspirazione, o
l’ingoio, prima del suo inserimento l’uncino viene solitamente ancorato ad un
filo interdentale tagliato e lasciato molto lungo (Fig. 8).
Fig. 8
Esempio di uncino assicurato: in questa foto l’operatore ha utilizzato filo retrattore anziché filo interdentale.
Questo sistema è chiamato
“Paracadute” anche se niente ha a che fare, come struttura, con il paracadute
usato in endodonzia.
Esistono diverse tecniche
procedurali di inserimento della diga sul dente del paziente:
1 - Prima l'uncino poi la diga;
2 - Prima la diga poi l'uncino;
3 - Diga ed uncino insieme;
4- Uncino diga e paracadute
insieme,
di fatto gli strumenti rimangono
esattamente gli stessi, varia solo la sequenza temporale d’uso.
1.4 Materiale
di costruzione
La diga è generalmente fabbricata
in lattice, tuttavia, a causa dei problemi allergenici che possono scaturire
dalla presenza del lattice, viene fabbricata anche in gomma ad alta resistenza
priva di lattice (Es. Poli Isoprene / Plastomeri) e priva di polveri, in alcuni
versioni può essere addirittura autoclavabile.
2 IL
TELAIO (Quadro di Young)
Il
telaio serve a tenere la diga tesa così da poterla efficacemente inserire sul
dente.
Esistono
parecchie forme di telaio, fabbricati in metallo (Fig. 9-10), solitamente la
misura media forma un quadrato di circa 15x15 cm.
Ai
lati del telaio sono presenti dei piccoli pernetti che servono per il fissaggio
della diga, in alcuni di questi telai (Fig. 10) sull’estremità dei gambi sono
presenti dei “bottoni” che servono per ancorare i fili nel caso si eseguano
legature cervicali.
Fig. 9
Fig. 10
Esempio di alcuni telai in metallo
Esistono
anche telai in materiale plastico (Fig. 11) il cui vantaggio principale è la
radiotrasparenza.
Fig. 11
Esempio di alcuni telai in
materiale plastico
In
realtà i modelli ed i materiali costruttivi sono molti; alcuni strumenti sono costituiti
ad esempio da un telaio-uncino e fatti per “mini dighe” come il caso dei “Magic
Clamps” (Fig. 12 ) che possono però essere utilizzati solo per alcuni denti e
solo per gli inferiori e così via molti altri sistemi che vogliono rendere
l’uso della diga più semplice ed immediato; si noti comunque che chi sa
utilizzare la diga “tradizionale” difficilmente l’abbandona per sistemi diversi.
Fig. 12
Magic clamp
2.1 Materiale di
costruzione
Solitamente i telai in metallo
sono realizzati in acciaio inossidabile AISI 420 – 410.
I telai in materiale plastico in
linea di massima sono fabbricati in polipropilene, od altri polimeri maggiormente
resistenti che permettono la sterilizzazione calore-vapore.
3. LA PINZA FORADIGA
3. LA PINZA FORADIGA
La pinza foradiga serve a
praticare il foro nel foglio di lattice, o gomma, che permetterà al dente di
passare.
Una particolarità che la pinza
deve avere è quella di tagliare in maniere netta e facile, diversamente la diga
si potrebbe rompere proprio durante la fase di inserimento con evidenti
conseguenze.
Anche in questo caso abbiamo
diversi modelli di foradiga (Fig. 13) anche se i più conosciuti ed utilizzati
sono due o tre modelli diversi.
Fig. 13
Esempio di alcune pinze foradiga
3.1
Materiali di costruzione
Le pinze foradiga sono
generalmente costruite in acciaio inossidabile AISI 420 o 410.
Le parti come molle perni ecc.
possono essere in AISI 301, 303, 304, 316 o 430 a seconda delle esigenze
costruttive.
4.
PINZE PORTA UNCINI
Le pinze porta uncini servono per
inserire, e rimuovere, l’uncino sul dente.
Anche in questo caso ne esistono
numerose versioni (Fig. 14), le più conosciute ed utilizzate sono due o
tre modelli.
La principale caratteristica che
queste devono avere è permettere un sicuro ancoraggio (presa) dell’uncino, permettere di spingere verso la zona cervicale
del dente, senza che le punte si incastrino nei fori dell’uncino, e permettere
di disinserirsi con facilità dall’uncino posizionato sul dente; devono inoltre
avere una maneggevolezza generale accettabile.
Fig. 14
4.1 Materiali di
costruzione
Come le pinze foradiga anche
queste sono generalmente costruite in acciaio inossidabile AISI 420 o 410.
Le parti come molle perni ecc.
possono essere in AISI 301, 303, 304, 316 o 430 a seconda delle esigenze
costruttive.
5.
L'UNCINO
L’uncino serve a tenere in
posizione la diga sul dente, a garantire cioè che questa compia la sua funzione
isolante durante le operazioni da eseguire sul dente.
Gli uncini hanno forme che favoriscono
il fissaggio sui denti, vi sono uncini per lo stesso tipo di dente con misure
maggiori e minori, con dentellatura per aumentare la grip sul dente, con alette
o senza alette per agevolare il posizionamento della diga.
Sul mercato ci sono non meno di una
cinquantina di forme diverse di uncini.
5.1 Anatomia dell’uncino
L’uncino è uno strumento
estremamente semplice è formato tuttavia da parti ognuna delle quali ha una
funzione specifica.
Gli uncini sono identificati
(oltre che eventualmente con il logo del fabbricante) con una sigla (Fig. 15)
la quale sta ad indicare il tipo di dente a cui esso è destinato (Es. centrale,
premolare ecc.).
Fig. 15
5.2
Le parti dell'uncino
Arco:
lo scopo dell'arco è quello di
tenere unite le branche dell'uncino e di mantenere l'uncino in trazione
ancorato al dente (effetto molla);
Fori:
lo scopo dei fori è quello di
permettere l'inserimento della pinza che deve allargare e quindi posizionare
l'uncino sul dente;
Alette
laterali:
lo scopo delle alette laterali è
di evitare che la diga risalga sull'uncino;
Alette
mediali:
lo scopo delle alette mediali è
di allontanare ulteriormente i tessuti molli; permettono inoltre di effettuare
il posizionamento con la tecnica diga ed uncino insieme;
Lama
di ancoraggio:
lo scopo della lama di ancoraggio
è di tenere l'uncino in posizione sul dente;
Lama
di ancoraggio dentellata:
la dentellatura della lama di
ancoraggio ha lo scopo di aumentare la presa su denti "sfuggenti".
6.
CLASSIFICAZIONE DEGLI UNCINI
Gli uncini sono solitamente
distinti in:
- uncini
con alette
- uncini
senza alette.
Mentre i primi facilitano il
posizionamento della diga, offrono un campo visibile più ampio all’operatore e
contribuiscono a mantenere distesa la diga i secondi, meno ingombranti,
permettono un più facile uso nei posteriori.
A questi si aggiunge la variante
con lame lisce o lame dentellate.
Possiamo avere quindi uno stesso
tipo di uncino (stessa forma e stesse dimensioni) ma con alette o senza alette
e con lama liscia o lama dentellata.
Gli uncini vengono per questo
identificati anche con una lettera, che segue il numero di identificazione, che
indica l’assenza delle alette e la presenza della dentellatura; non sempre invece
gli uncini “normali” hanno la lettera di identificazione troviamo infatti
spesso solo il numero di identificazione senza lettera che sta a significare
uncino con alette con lama liscia in alcuni casi è invece presente la lettera di
identificazione “N”.
In conclusione gli uncini vengono
così identificati:
N = Uncini "Normal"
ovvero con alette e lama di ancoraggio liscia (1-Fig. 16);
W= Uncini "Wingless"
ovvero senza alette (2-Fig. 16);
T= Uncini "Tiger" ovvero
uncini con alette laterali con lama di ancoraggio dentellata (3- Fig. 16).
Fig. 16
Esempio dei tre tipi di uncino
6.1
Quale uncino per quale dente
Gli uncini sono fabbricati per
potersi adattare a più denti a seconda delle forme anatomiche e dimensioni di
quest’ultimo.
Vi sono ad esempio uncini per:
- Incisivi e canini;
- Premolari;
- Molari
Vi sono anche uncini per radici.
6.2 Quali uncini
acquistare per cominciare ad usare la diga
Ci
sono alcune forme di uncini (Fig. 17) che
si possono definire "indispensabili", sufficienti cioè a coprire
tutte le necessità, almeno inizialmente, nell'uso della diga.
Vediamo
quindi queste forme "base":
Set 32 Unicini del Dr. Delos Palmer - S.S. Withe Dental Mfg - 1906
6.3 Vita
dell'uncino
Pur essendo strumento
estremamente semplice e privo di meccanismi, è anch'esso soggetto a rotture.
Il suo punto debole si trova
nell'arco che pur avendo una sua originaria resistenza ed elasticità, perde questa sua caratteristica in seguito al
ripetuto utilizzo ed alle numerose sterilizzazioni che accellerano la perdita proprio delle sue caratteristiche
originarie di elasticità.
Sarebbe buona norma, per
mantenere più a lungo l'elasticità dell'uncino (dell'arco), evitare di tenere con
la pinza a lungo in trazione lo stesso, prima e/o dopo il suo posizionamento.
6.4 Materiale di
costruzione
Gli uncini sono costruiti
prevalentemente in acciaio inossidabile tuttavia esistono anche uncini in
materiale plastico (Fig. 18) come polimeri.
Fig. 18
Esempio di uncino in polimero
radiopaco
Alcuni tipi di uncini in
materiale plastico sono addirittura “adattabili” (Fig. 19).
Fig. 19
Esempio di uncino in materiale
plastico adattabile mediante fresa
L’acciaio
utilizzato in linea di massima è un AISI 303, 304, 410, 416A, 420B ma possono
essere utilizzati anche altri tipi di acciaio inossidabile.
Per la maggior parte la finitura
superficiale è “lucido” vi sono comunque anche uncini satinati, per impedire la
riflessione della luce che potrebbe disturbare l’operatore durante lo
svolgimento del lavoro, si consideri però che gli acciai satinati sono
maggiormente soggetti a fenomeni corrosivi.
Sul mercato sono singolarmente in
vendita tutti i pezzi visti (ad
eccezione delle dighe che sono solitamente in pacchetti contenenti più pezzi)
od in kit (Fig. 20); i kit, solitamente introduttivi, a seconda del fabbricante
possono essere ad esempio in scatola di cartone contenente diga archetto e
pinze; in plastica magari con in più un set di uncini od ancora in vassoi in
acciaio inossidabile e così via a seconda del fabbricante.
Fig. 20
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