martedì 6 novembre 2012

8 LA TECNICA DELLA DIGA DI GOMMA - STRUMENTI UTILIZZATI

Luca Martinelli

La tecnica della diga di gomma - Strumenti utilizzati

Pubblicazione n. 8 - 06 Novembre 2012

1. LA TECNICA DELLA DIGA




1.1 A COSA SERVE LA DIGA
La diga dentale, ideata in USA nel 1864 dal Dr. Sanford Christie Barnum, serve a mantenere in ambiente asciutto il dente su cui si deve eseguire la terapia conservativa.



Sanford Christie Barnum
(1838-1885)

Ad oggi non vi sono norme tecniche di riferimento tuttavia sono in sviluppo le norme
 - ISO 16635-1 Dentistry - Rubber Dam Technique - Part 1: Rubber Dam Punch e le norme;
ISO 16635-2 Dentistry - Rubber Dam Technique - Part 2: Rubber Dam Clamp Forceps.

I dentisti che fanno uso della diga non sono molti anche se negli ultimi anni sono in progressivo aumento.

Questa metodologia di lavoro offre numerosi vantaggi che a titolo esemplificativo sono:
1- Campo operatorio perfettamente asciutto e quindi libero da sangue, saliva ecc.;
2- Campo operatorio con rischio ridotto di contaminazione microbica;
3- Campo operatorio con maggiore accessibilità;
4- Campo operatorio con maggiore visibilità;
5- Campo operatorio con rischio ridotto per il paziente di ingestione di materiali e liquidi;
6- Maggiore possibilità di eseguire il lavoro oltre che tecnicamente corretto anche esteticamente soddisfacente;
7- Livello di protezione per gli operatori da contaminazione crociata;
8- Livello di protezione legale aumentato in quanto l’utilizzo della diga dimostra una maggiore attenzione al rischio e quindi alla prevenzione dell’incidente.

A questo si aggiunge un risparmio di tempo notevole; se si considera infatti che tutte le attività quali ad esempio l'aspirazione, l'asciugatura l'applicazione dei rulli salivari, il risciacquo della bocca del paziente ecc. non sono necessarie, si intuisce facilmente come il suo impiego possa comportare un risparmio di quasi fino la metà del tempo necessario per eseguire lo stesso lavoro senza diga.

Tutto ciò conferisce infine un miglior comfort per il paziente ed un minor stress per tutta l'equipe dentistica.

Per l’uso della diga si impiegano diversi strumenti ed accessori che sono:
- la diga, appunto;
- la pinza foradiga;
- la pinza porta uncini e
- gli uncini.

Si aggiungono ad essi alcuni accessori come ad esempio una dima per segnare i punti su cui poi andare a fare i fori, strumento utilizzato principalmente dai neofiti, ed un lubrificante idrosolubile che può servire per far scorre meglio la diga fra gli spazzi interprossimali dei denti

1.2 Diga e sue varianti
La diga è costituita da un foglio in “gomma” grande mediamente 15 x 15 cm con spessori che possono essere compresi, all’incirca, fra 0.14 e 0.38 mm (Fig. 1); si consideri che in commercio ne esistono di diverse forme, anche rettangolari, di diversi spessori, con angoli retti od angoli smussi.

Possono essere colorate (Es. verde, grigio, blu, lilla ecc.), i colori identificano spessori diversi che però variano da fabbricante a fabbricante; possono essere aromatizzate (Es. menta, vaniglia…).


Fig. 1

1.3 Assemblaggio della diga
Prima di poter utilizzare la diga la si deve porre su un supporto, il telaio  (Fig. 2)  che permetterà di tenerla in posizione distesa, nelle bocca del paziente, cioè senza che si “afflosci” e senza quindi perdere la sua funzione isolante.




Fig. 2
Esempio di telaio con diga durante l’assemblaggio

Successivamente la diga dovrà essere forata, vi sono metodi che possono prevedere anche l’impiego di una dima con un’apposita pinza fora diga (Fig. 3) per permettere di lasciar passare all’esterno il dente su cui si dovrà lavorare (Fig. 4). 

Fig. 3


Fig. 4

Nella fase di foratura può essere utilizzato l’ausilio di una dima (Fig.5).



Fig. 5
Esempio di alcune dime per forare la diga

Per mantenere ferma la diga sul dente, e quindi permettergli di svolgere la sua funzione isolante, si impiega un uncino (Fig. 6), una sorta di clip che si fissa sul dente mediante una pinza appositamente fatta per questo (Fig. 7).







Fig.6

Fig. 7

Per prevenire l’aspirazione, o l’ingoio, prima del suo inserimento l’uncino viene solitamente ancorato ad un filo interdentale tagliato e lasciato molto lungo (Fig. 8).

Fig. 8
Esempio di uncino assicurato: in questa foto l’operatore ha utilizzato  filo retrattore anziché filo interdentale.




Questo sistema è chiamato “Paracadute” anche se niente ha a che fare, come struttura, con il paracadute usato in endodonzia.

Esistono diverse tecniche procedurali di inserimento della diga sul dente del paziente:
1 - Prima l'uncino poi la diga;
2 - Prima la diga poi l'uncino;
3 - Diga ed uncino insieme;
4- Uncino diga e paracadute insieme,
di fatto gli strumenti rimangono esattamente gli stessi, varia solo la sequenza temporale d’uso.

1.4 Materiale di costruzione
La diga è generalmente fabbricata in lattice, tuttavia, a causa dei problemi allergenici che possono scaturire dalla presenza del lattice, viene fabbricata anche in gomma ad alta resistenza priva di lattice (Es. Poli Isoprene / Plastomeri) e priva di polveri, in alcuni versioni può essere addirittura autoclavabile.

IL TELAIO (Quadro di Young)
Il telaio serve a tenere la diga tesa così da poterla efficacemente inserire sul dente.

Esistono parecchie forme di telaio, fabbricati in metallo (Fig. 9-10), solitamente la misura media forma un quadrato di circa 15x15 cm.

Ai lati del telaio sono presenti dei piccoli pernetti che servono per il fissaggio della diga, in alcuni di questi telai (Fig. 10) sull’estremità dei gambi sono presenti dei “bottoni” che servono per ancorare i fili nel caso si eseguano legature cervicali.

Fig. 9

Fig. 10
Esempio di alcuni telai in metallo


Esistono anche telai in materiale plastico (Fig. 11) il cui vantaggio principale è la radiotrasparenza.

Fig. 11
Esempio di alcuni telai in materiale plastico


In realtà i modelli ed i materiali costruttivi sono molti; alcuni strumenti sono costituiti ad esempio da un telaio-uncino e fatti per “mini dighe” come il caso dei “Magic Clamps” (Fig. 12 ) che possono però essere utilizzati solo per alcuni denti e solo per gli inferiori e così via molti altri sistemi che vogliono rendere l’uso della diga più semplice ed immediato; si noti comunque che chi sa utilizzare la diga “tradizionale” difficilmente l’abbandona per sistemi diversi.

Fig. 12
Magic clamp

2.1 Materiale di costruzione
Solitamente i telai in metallo sono realizzati in acciaio inossidabile AISI 420 – 410.

I telai in materiale plastico in linea di massima sono fabbricati in polipropilene, od altri polimeri maggiormente resistenti che permettono la sterilizzazione calore-vapore.

3. LA PINZA FORADIGA
La pinza foradiga serve a praticare il foro nel foglio di lattice, o gomma, che permetterà al dente di passare.

Una particolarità che la pinza deve avere è quella di tagliare in maniere netta e facile, diversamente la diga si potrebbe rompere proprio durante la fase di inserimento con evidenti conseguenze.

Anche in questo caso abbiamo diversi modelli di foradiga (Fig. 13) anche se i più conosciuti ed utilizzati sono due o tre modelli diversi.


Fig. 13
Esempio di alcune pinze foradiga


3.1 Materiali di costruzione
Le pinze foradiga sono generalmente costruite in acciaio inossidabile AISI 420 o 410.

Le parti come molle perni ecc. possono essere in AISI 301, 303, 304, 316 o 430 a seconda delle esigenze costruttive.

4. PINZE PORTA UNCINI
Le pinze porta uncini servono per inserire, e rimuovere, l’uncino sul dente.

Anche in questo caso ne esistono numerose versioni (Fig. 14), le più conosciute ed utilizzate sono due o tre modelli.

La principale caratteristica che queste devono avere è permettere un sicuro ancoraggio (presa) dell’uncino,  permettere di spingere verso la zona cervicale del dente, senza che le punte si incastrino nei fori dell’uncino, e permettere di disinserirsi con facilità dall’uncino posizionato sul dente; devono inoltre avere una maneggevolezza generale accettabile.





Fig. 14

4.1 Materiali di costruzione
Come le pinze foradiga anche queste sono generalmente costruite in acciaio inossidabile AISI 420 o 410.

Le parti come molle perni ecc. possono essere in AISI 301, 303, 304, 316 o 430 a seconda delle esigenze costruttive.

5. L'UNCINO
L’uncino serve a tenere in posizione la diga sul dente, a garantire cioè che questa compia la sua funzione isolante durante le operazioni da eseguire sul dente.

Gli uncini hanno forme che favoriscono il fissaggio sui denti, vi sono uncini per lo stesso tipo di dente con misure maggiori e minori, con dentellatura per aumentare la grip sul dente, con alette o senza alette per agevolare il posizionamento della diga.

Sul mercato ci sono non meno di una cinquantina di forme diverse di uncini.

5.1 Anatomia dell’uncino
L’uncino è uno strumento estremamente semplice è formato tuttavia da parti ognuna delle quali ha una funzione specifica.

Gli uncini sono identificati (oltre che eventualmente con il logo del fabbricante) con una sigla (Fig. 15) la quale sta ad indicare il tipo di dente a cui esso è destinato (Es. centrale, premolare ecc.).



Fig. 15

5.2 Le parti dell'uncino
Arco:
lo scopo dell'arco è quello di tenere unite le branche dell'uncino e di mantenere l'uncino in trazione ancorato al dente (effetto molla);

Fori:
lo scopo dei fori è quello di permettere l'inserimento della pinza che deve allargare e quindi posizionare l'uncino sul dente;

Alette laterali:
lo scopo delle alette laterali è di evitare che la diga risalga sull'uncino;

Alette mediali:
lo scopo delle alette mediali è di allontanare ulteriormente i tessuti molli; permettono inoltre di effettuare il posizionamento con la tecnica diga ed uncino insieme;

Lama di ancoraggio:
lo scopo della lama di ancoraggio è di tenere l'uncino in posizione sul dente;

Lama di ancoraggio dentellata:
la dentellatura della lama di ancoraggio ha lo scopo di aumentare la presa su denti "sfuggenti".

6. CLASSIFICAZIONE DEGLI UNCINI
Gli uncini sono solitamente distinti in:
- uncini con alette
- uncini senza alette.

Mentre i primi facilitano il posizionamento della diga, offrono un campo visibile più ampio all’operatore e contribuiscono a mantenere distesa la diga i secondi, meno ingombranti, permettono un più facile uso nei posteriori.

A questi si aggiunge la variante con lame lisce o lame dentellate.
Possiamo avere quindi uno stesso tipo di uncino (stessa forma e stesse dimensioni) ma con alette o senza alette e con lama liscia o lama dentellata.

Gli uncini vengono per questo identificati anche con una lettera, che segue il numero di identificazione, che indica l’assenza delle alette e la presenza della dentellatura; non sempre invece gli uncini “normali” hanno la lettera di identificazione troviamo infatti spesso solo il numero di identificazione senza lettera che sta a significare uncino con alette con lama liscia in alcuni casi è invece presente la lettera di identificazione “N”.

In conclusione gli uncini vengono così identificati:
N = Uncini "Normal" ovvero con alette e lama di ancoraggio liscia (1-Fig. 16);
W= Uncini "Wingless" ovvero senza alette (2-Fig. 16);
T= Uncini "Tiger" ovvero uncini con alette laterali con lama di ancoraggio dentellata (3- Fig. 16).




Fig. 16
Esempio dei tre tipi di uncino

6.1 Quale uncino per quale dente
Gli uncini sono fabbricati per potersi adattare a più denti a seconda delle forme anatomiche e dimensioni di quest’ultimo.

Vi sono ad esempio uncini per:
- Incisivi e canini;
- Premolari;
- Molari

Vi sono anche uncini per radici.

6.2 Quali uncini acquistare per cominciare ad usare la diga
Ci sono alcune forme di uncini (Fig. 17)  che si possono definire "indispensabili", sufficienti cioè a coprire tutte le necessità, almeno inizialmente, nell'uso della diga.

Vediamo quindi queste forme "base":




Set 32 Unicini del Dr. Delos Palmer - S.S. Withe Dental Mfg - 1906


6.3 Vita dell'uncino
Pur essendo strumento estremamente semplice e privo di meccanismi, è anch'esso soggetto a rotture.

Il suo punto debole si trova nell'arco che pur avendo una sua originaria resistenza ed elasticità,  perde questa sua caratteristica in seguito al ripetuto utilizzo ed alle numerose sterilizzazioni  che accellerano la perdita proprio delle sue caratteristiche originarie di elasticità.

Sarebbe buona norma, per mantenere più a lungo l'elasticità dell'uncino (dell'arco), evitare di tenere con la pinza a lungo in trazione lo stesso, prima e/o dopo il suo posizionamento.

6.4 Materiale di costruzione
Gli uncini sono costruiti prevalentemente in acciaio inossidabile tuttavia esistono anche uncini in materiale plastico (Fig. 18) come polimeri.



Fig. 18
Esempio di uncino in polimero radiopaco

Alcuni tipi di uncini in materiale plastico sono addirittura “adattabili” (Fig. 19).

Fig. 19
Esempio di uncino in materiale plastico adattabile mediante fresa


L’acciaio utilizzato in linea di massima è un AISI 303, 304, 410, 416A, 420B ma possono essere utilizzati anche altri tipi di acciaio inossidabile.

Per la maggior parte la finitura superficiale è “lucido” vi sono comunque anche uncini satinati, per impedire la riflessione della luce che potrebbe disturbare l’operatore durante lo svolgimento del lavoro, si consideri però che gli acciai satinati sono maggiormente soggetti a fenomeni corrosivi.

Sul mercato sono singolarmente in vendita tutti i pezzi visti  (ad eccezione delle dighe che sono solitamente in pacchetti contenenti più pezzi) od in kit (Fig. 20); i kit, solitamente introduttivi, a seconda del fabbricante possono essere ad esempio in scatola di cartone contenente diga archetto e pinze; in plastica magari con in più un set di uncini od ancora in vassoi in acciaio inossidabile e così via a seconda del fabbricante.


Fig. 20

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