sabato 28 settembre 2019

SCELTA DEL WORST CASE PER GLI IMPIANTI DENTALI INTRAOSSEI PER LA PROVA DI FATICA DINAMICA SECONDO LA NORMA EN ISO14801:2016 (UNI EN ISO ed. 2017)



Luca Martinelli
Pubblicazione 28 settembre 2019

1-PREMESSA
Nella fase di progettazione degli impianti uno dei test di verifica che si deve eseguire è il test di prova di fatica dinamica. Per questo tipo di prova esiste una norma, non armonizzata, che definisce il metodo di esecuzione.
La norma fornisce indicazioni sia per gli impianti monofasici sia per gli impianti bifasici con moncone dritto o con moncone preangolato.
Gli impianti devono essere testati tutti indistintamente, monofasici, bifasici con moncone dritto, bifasici con moncone preangolato. In alternativa il fabbricante può individuare l’impianto da sottoporre al test di fatica che fra tutti rappresenta “il caso peggiore”, quell’impianto che potremmo definire l’impianto “più debole” di tutta la gamma. Proprio per questo la norma fornisce anche una guida per la scelta dell’impianto “worst case”.

1.1-Scopo e campo di applicazione della norma UNI EN ISO 14801:2017
“La norma internazionale definisce un metodo di prova dinamica per singoli impianti intraossei con porzione transmucosa in combinazione con le rispettive componenti protesiche prefabbricate.
E’ particolarmente utile per confrontare impianti intraossei differenti per struttura e dimensioni, ma non è una prova delle proprietà fondamentali di durata dei materiali con cui sono costruititi gli impianti intraossei e le componenti protesiche.
La norma non è applicabile agli impianti con fixture più corta di 8mm né agli attacchi magnetici.
Benchè la norma simuli una prova di carico funzionale di un impianto intraosseo nella condizione di caso peggiore, non è applicabile per predire la prestazione in vivo di un impianto dentale intraosseo o di una protesi dentale, soprattutto se si usano più impianti intraossei per una protesi”.
Nella norma si spiega e identifica la tipologia di prova sia per l’impianto dritto sia per l’impianto angolato, questo perché in particolare quello angolato deve essere posto in una certa maniera affinché si possa svolgere correttamente la prova.
1.2-Documento (razionale) di scelta del caso peggiore
La norma indica molto chiaramente che se un componente del sistema implantare è disponibile in diverse dimensioni e/o configurazioni, la prova deve essere effettuata nella condizione di caso peggiore nei limiti dell’uso raccomandato. La scelta del caso peggiore deve essere giustificata e documentata.
L’individuazione del “caso peggiore” permette al fabbricante di non dover testare tutti i tipi di impianto che egli realizza.

2-PRINCIPI GENERALI
La norma esige che la scelta del caso peggiore sia giustificata e documentata. Si deve cioè prendere in considerazioni tutte le possibili variabili conosciute e critiche e dare evidenza delle ragioni di individuazione e scelta del caso peggiore.
Il problema quindi non è decidere se è sufficiente eseguire un solo test su un solo impianto diritto ed evitare quello sull’impianto angolato, o viceversa, ma fornire tutte le evidenze che giustifichino tale scelta, scelta che non si basa semplicemente sul diametro dell’impianto.
Se il fabbricante ritiene di non avere le competenze per fare tale valutazione, mi si permetta di esprimere però qualche perplessità sul fatto che un fabbricante di impianti non sappia come fare per valutare gli impianti che egli stesso produce, può sicuramente avvalersi di un consulente.
Sulla scelta del consulente è fondamentale una considerazione: il consulente scelto deve avere, competenza ed esperienza comprovata nel settore dei dispositivi medici, meglio ancora se in riferimento allo specifico dispositivo.
Il rischio sarebbe quello di avere un razionale privo di informazioni che non assolverebbe al ruolo che la norma gli conferisce. In mancanza di un documento completo, con tutte le valutazioni del caso e relative evidenze, il fabbricante si troverebbe in una situazione di non conformità.

2.1-Test sul prodotto finito
La prova si esegue sul dispositivo finito, cioè pronto all’immissione sul mercato.
Se un impianto (fixture) è pronto per l’immissione sul mercato significa che è già sterile, quindi la prova andrà eseguita su un impianto sterile.
Nel caso invece che il fabbricante decida che il dispositivo deve essere sterilizzato prima dell’uso direttamente dall’operatore sanitario abilitato dovrà prima sterilizzare il dispositivo con il metodo indicato nelle istruzioni d’uso prima di sottorporlo alla prova.
Il fabbricante può decidere di eseguire la prova su un dispositivo finito ma non ancora sterilizzato. In questo caso dovrà dare evidenza che il metodo di sterilizzazione impiegato non influisce in maniera significativa sulle proprietà dei materiali costituenti il dispositivo ovvero sulla resistenza dello stesso.

2.2-Impianti a più componenti
Un impianto ad esempio bifasico dovrà essere testato assemblato in tutte le sue parti (Fixture, abutment, vite di serraggio).
Nel caso che il fabbricante indichi che un componente implantare può essere impiegato, o ne consiglia l’impiego, con componenti di altro fabbricante, questo dovrà essere testato assemblato secondo le istruzioni del fabbricante.

2.3-Worst case (prova eseguita nella condizione di caso peggiore)
Il test andrà eseguito nelle condizioni di caso peggiore nei limiti dell’uso indicato/raccomandato dal fabbricante. Si dovrà ad esempio scegliere il caso peggiore individuandolo fra eventuali diverse dimensioni e/o configurazioni.
La norma fornisce le indicazioni su come scegliere il caso peggiore (Appendice B).
L’appendice fornisce due opzioni, cinque fasi e una suddivisione in tre stadi:
1-scelta rispetto alla parte intraossea (comprende la scelta del diametro, della lunghezza e del livello di penetrazione ossea);
2-scelta dell’appoggio (parte di collegamento);
3-Orientamento assiale.

2.4-Considerazioni sulla connessione
La norma ricorda che, oltre a quanto precedentemente esposto, è importante eseguire delle valutazioni aggiuntive. Si devono valutare le criticità rappresentate dgli appoggi, dalle viti e dalle connessioni e porre particolare attenzione nella scelta della combinazione più debole in riferimento a tali parti.

3-IL RAZIONALE
Prima di far eseguire il test si deve quindi realizzare un documento (razionale) che spieghi, in forma chiara e completa, come si arriva alla scelta del worst case.

3.1-Contenuto del razionale
A titolo esemplificativo ma non esaustivo il razionale deve documentare e giustificare la scelta del “caso peggiore” secondo la seguente struttura: 

-A-Parte generale
La parte generale sostanzialmente presenta il dispositivo individuato e contiene:

-A1-Titolo del documento

-A2-Gruppo di lavoro (indicando titolo ed esperienza/competenza allegando i relati CV dei componenti il gruppo di lavoro)

-A3-Criticità Es. la criticità è rappresentata dal lavoro di scelta di individuazione del sistema implantare “caso peggiore”.

-A4-Obiettivo Es. L’obiettivo del razionale è quello di giustificare e documentare la scelta del sistema implantare individuato come “caso peggiore” da sottoporre al test di resistenza meccanica al fine di verificarne l’idoneità rispetto alla destinazione d’uso (e uso previsto) e alle specifiche tecniche di progettazione ovvero che il caso individuato “copre” tutte le altre tipologie di impianto.

-A5-Descrizione generale dell’impianto Descrizione precisa, chiara e comprensibile, possibilmente integrata da rappresentazione grafica (foto o disegno), di tutte le componenti che fanno parte dell’impianto da sottoporre a prova. La descrizione deve contenere almeno:
a-tipologia del corpo implantare (Es. filettato, rastremato, cilindrico, altro.);
b-tipologia dell’appoggio (Es. da avvitare, da cementare, da connettere a incastro, cilindrico, conico, altro);
c-materiali di costruzione delle parti che vengono sottoposte alla prova inclusi eventuali materiali di rivestimento o eventuali trattamenti superficiali;
d-diametro e lunghezza della parte intraossea dell’impianto;
e-dimensioni geometriche dell’appoggio incluso l’angolo dell’appoggio (α) preangolato;
f-descrizione e dimensioni del collegamento tra l’impianto intraosseo e l’appoggio come anche tra l’appoggio e la struttura di carico funzionale.
g-Individuazione univoca del dispositivo - codice UDI, in mancanza di questo l’indicazione del codice prodotto (REF) o nome che identifica in maniera univoca esclusivamente “quel” dispositivo.
h-Resistenza in N (Newton). Questo dato è indispensabile per l’accettabilità del risultato finale prova di fatica.

-B-Parte dimostrativa (Discussione)
La parte dimostrativa dovrà documentare le valutazioni che giustificano la scelta di “quel modello” di impianto e dorvrà contenere almeno i seguenti punti:

-B1-Discussione la discussione è la parte che tratta e da evidenza di valutazione di:
-Il tipo di impianto (impianto a più componenti Es. bifasico. Impianto a un componente Es. monofasico);
-Il metodo di sterilizzazione impiegato ovvero indicare l’influenza o meno di questo sulle proprietà dei materiali costituenti il dispositivo in relazione alla resistenza;
-La desitinazione specifica dell’impianto (uso previsto) es. per anteriori, posteriori ecc. (Uguale per tutti o restrizioni su alcuni diametri es. per quelli per denti anteriori?);
-Il diametro dell’impianto. (Se l’uso previsto è uguale per tutti i diamteri e non ci sono restrizioni si può scegliere il diametro più piccolo. Nel caso invece che vi siano delle restrizione per un determinato diametro questo deve essere trattato come se fosse un impianto diverso e quindi sottoposto a prova a parte, cioè in più, alle prove che già si devono eseguire sugli altri impianti);
-Il tipo di abutment, dritto, angolato, grado di angolazione, ecc.;
-La vite di serraggio;
-L’insieme dell’assemblato impianto-abutment;
-Il tipo di connessione, “normale”? antirotazionale?;
-La modalità di posizionamento dell’assemblato in relazione al tipo di connessione;
-La sezione trasversale (penetrazione prevista uguale per tutte le lunghezze di impianti? Sono presenti differenze ad esempio con forma rastremata?);
-Il corpo implantare Se le sezioni trasversali sono uguali è conveniente scegliere l’impianto con il corpo implantare più lungo;
-La profondità di penetrazione è prevista una profondità di penetrazione nell’osso  obbligatoria o sono consentite/previste diverse profondità di inserimento?
-L’individuazione del punto di maggiore stress (Es. una delle parti più sottoposte a stress è sicuramente il punto del livello di penetrazione dell’impianto);
-L’appoggio e la direzione del carico
 a)-Impianto con appoggio dritto - Nel caso di impianto con connessione senza sistema antirotazionale (appoggio e corpo implantare assialmente simmetrici) la direzione del carico sarà arbitraria. Nel caso l’interfaccia presenti un sistema antirotazionale si dovrà scegliere la direzione del carico che sembra la più sensibile per l’interfaccia di connessione.
b)-Impianto con appoggio angolato – la direzione del carico è obbligatoriamente quella indicata nella norma (Fig.2 “schema della configurazione della strumentazione di prova per impianti con appoggi preangolati”). Nel caso però di sistemi antirotazionali (Es. scanalature tacche ecc.) si dovrà valutare la loro posizione in relazione alla geometria della connessione che sottopone l’interfaccia al carico massimo;

-B2-Criteri di accettabilità del risultato del test[1] Indicare il valore della resistenza minima (in Newton) che si considera accettabile per l’impianto che andrà sottoposto a test motivando la ragione della scelta del valore indicato (Es. ricavabile dagli studi sulle forze mandibolari di masticazione, deglutizione, età ecc.);

-B3-Conclusioni le conclusioni dovranno esprimere in sintesi le ragioni della scelta dell’impianto individuato come worst case;

-B4-Data, nome cognome in stampatello e firma dei componenti il gruppo di lavoro.

4-CONCLUSIONI
E’ appena il caso di ricordare che la scelta del worst case non ha come obiettivo quello di aggirare la norma o le verifiche delle autorità competenti e organismi notificati. Vero che il criterio di “worst case” oltre che per una questione di buon senso lo si  applica anche per un risparmio economico importante, permette cioè di ridurre al minimo i test sugli impianti, ma l’obiettivo principale è e deve rimanere la sicurezza del paziente.
La norma espone l’impianto preangolato per spiegare come si deve fare il test su di esso individuando anche alcuni requisiti per i diversi tipi di impianto angolato. La norma non prescrive però una obbligatorietà di test sia per l’impianto dritto sia per l’impianto angolato. E’ onere del fabbricante dimostrare che il worst case individuato permette di eseguire il test su una sola tipologia di impianto.
Il fabbricante deve documentare e giustificare la scelta fatta mediante un documento esaustivo che ripercorrendo le indicaizoni della norma valuta tutti gli aspetti e le variabili possibili di un impianto.



[1]
A proposito dei criteri di accettabilità del risultato del test ritengo sia giusto portare a conoscenza il lettore del punto di vista di molti esperti tecnici che sostengono che con la configurazione suggerita dalla norma (ossia simulando i 3 mm di riassorbimento) nessun impianto è praticamente in grado di sopportare forze (momenti) che siano confrontabili con le forze masticatorie. Questa sarebbe la sola riprova di affidabilità dell’impianto, invece siamo costretti a seguire una norma mal concepita che non consente confronti con l’uso clinico.


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