sabato 28 novembre 2020

STRUMENTI DENTALI MANUALI CRITERI TEST DISTACCO PUNTE

 STRUMENTI DENTALI MANUALI:

TIPOLOGIA DI SISTEMA DI INSERIMENTO DELLE PUNTE – ESEMPIO DI CRITERI DI SCELTA DELLA FORZA DA APPLICARE NEL TEST DI SFILAMENTO DELLE PUNTE

 Luca Martinelli

Pubblicazione del 28.11.2020

 

1.PREMESSA

Con il nuovo regolamento dispositivi medici 2017/745 gli strumenti invasivi di tipo chirurgico riutilizzabili passeranno dalla classe “I”, la classe impropriamente detta in autocertificazione, alla nuova classe “Ir” che la Direttiva 93/42/CEE non prevedeva.

Il cambio di classe implica che questi strumenti dovranno essere certificati da un Organismo Notificato sugli aspetti relativi al riutilizzo del dispositivo, in particolare a pulizia, disinfezione, sterilizzazione, manutenzione, test funzionale e relative istruzioni per l'uso.

Nella documentazione tecnica da presentare all’Organismo Notificato il fabbricante dovrà dare evidenza oggettiva di quello che in alcuni casi prima dava per scontato non formalizzando nella maniera giusta i criteri di scelta dei test di prova e talune scelte di fabbricazione.

La scelta dei criteri per i test relativi alla sicurezza e alle tecniche di inserimento delle punte in relazione a sicurezza, pulizia, disinfezione, sterilizzazione, manutenzione è uno degli aspetti da formalizzare molto bene.

 

1.1 Strumento dentale manuale

La norma ENISO1639:2010 definisce strumento dentale manuale uno strumento dentale progettato per funzionare in risposta al movimento manuale dell’operatore senza nessuna altra fonte di energia.

Gli strumenti “ad asta” con punte inserite in un manico (Es. sonda, curettes, Orban, Kirkland, scollaperiosti ecc.) rientrano in questa categoria di strumenti.

 

1.2 Sicurezza dispositivi medici - test di prova

La legge indica che i dispositivi medici devono fornire le prestazioni previste dal fabbricante, devono essere progettati e fabbricati in modo che siano sicuri ed efficaci e che, nell’uso cui sono destinati, non compromettano lo stato clinico o la sicurezza dei pazienti né la sicurezza e la salute degli utilizzatori.

 

Una delle criticità in fase di test per il rilascio del lotto di produzione degli strumenti dentali manuali ad asta è individuare e giustificare il criterio di carico minimo cui gli strumenti devono essere sottoposti per verificare che le punte non escano dagli strumenti.

 

1.3 Mano

Gli strumenti dentali manuali sono progettati per rispondere al movimento della mano.

La mano è localizzata all’estremità dell’arto superiore e funziona correttamente solo se i giunti dell’arto sono, contemporaneamente, stabili e mobili, oltre che orientati in modo che la mano sia sempre sotto il nostro controllo visivo.

In condizioni normali si può muovere in un’area molto ampia, raggiungere facilmente tutte le parti del corpo, grazie anche alla mobilità del giunto della spalla, del gomito e del polso, e operare su piani diversi.

Le mani hanno importantissime funzioni distinte: esplorare, toccare, percepire, ricevere informazioni dall’ambiente esterno (tramite gli esterocettori).

Si utilizzano nella comunicazione anche non verbale di pensieri, sentimenti richieste ecc.

Le mani manipolano, sollevano, trasportano, spostano oggetti e infine, insieme alle braccia, hanno un ruolo molto importante nell’equilibrio e, quando necessario, ricercano un supporto nello spazio circostante.

 

1.4 Classificazione dei movimenti

Nei primi anni degli anni ‘50 i ricercatori dell’Università dell'Alabama hanno identificato i movimenti a seconda della quantità di energia richiesta per eseguire vari compiti alla poltrona suddividendoli in 5 classi:

Classe I: movimento delle sole dita;

Classe II: movimento delle dita e movimento del polso;

Classe III: movimento delle dita, polso e movimento del gomito.

Classe IV: movimento delle dita, polso, gomito e spalla

Classe V: movimento di estensione del braccio e torsione del busto.

 

2. STRUMENTI AD ASTA

Gli strumenti con impugnatura (manico) ad asta sono la tipologia di strumento più numerosa che possiamo trovare nello studio odontoiatrico.

 

I manici possono essere costruiti con materiali diversi come acciaio inossidabile, materiali plastici, alluminio, ottone nichelato, avere diversi diametri, diverse lunghezze, diversi sistemi di inserimento delle punte, possono avere una o due punte, possono essere monouso o riutilizzabili. Possono inoltre avere il manico pieno o il manico vuoto (cavo).

Esistono poi manici di recente introduzione sul mercato con lunghezza superiore alla lunghezza standard per abbattere il rischio tagli e punture nell’uso o nel trasferimento degli strumenti fra assistente e odontoiatra.

(Vedi Direttiva Europea 2010/32/UE del 10 maggio 2010 in materia di prevenzione delle ferite da taglio e da punta nel settore ospedaliero e sanitario recepita in Italia nel 2014 con Decreto Legislativo n. 19 del 19 febbraio - Decreto che va a modificare il titolo X del preesistente Dlgs del 9 Aprile 2008 - Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro).

 


Es. Alcuni tipi di manici per inserimento doppia punta


Le punte degli strumenti, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, possono essere:

1-“di pezzo”: cioè manico e punte sono solidali, sono parte dello stesso metallo;

2-inserite per interferenza: la punta in metallo con diametro del gambo leggermente superiore al foro del manico viene inserita a pressione. Ci sono anche manici con rivestimento in materiale plastico che adottano lo stesso criterio in quanto contengono al suo interno un’anima o boccole in metallo;

3-Avvitate: il gambo della punta è filettato e viene avvitata al manico che ha al suo interno una filettatura “femmina”;

4-“Affogate”: molti strumenti con manico in materiale plastico hanno la punta trattenuta per affogamento direttamente nel materiale plastico del manico;

5-Serrate mediante mandrino.

 

Es. di struttura di uno strumento (Curettes di Gracey)

 

2.1 ESEMPI PUNTA-MANICO

2.1.1 Punta di pezzo (stesso materiale del manico utilizzato per fare anche la punta)

 

Es. strumenti con punta e manico/anima solidali in acciaio inossidabile

 

In questo caso il test di resistenza alla trazione della punta non è necessario, saranno necessari altri tipi di test.

 

2.2.2 Punta inserita per interferenza (pressione)




 Es. di inserimento

 


 

      

 Es. Manico acciaio

 


Es. Manico materiale plastico 1

 

 







Es. Manico materiale plastico 2



 Es. Manico materiale plastico 3

 

2.1.3 Punte inserita per avvitamento (filettata)

 

Es. di una tipologia di filettatura del manico

 

 




2.1.3 Punta affogata nel materiale plastico

 



2. 1.4 Serraggio mediante mandrino

 


 2.PRESE E FORZE DELLA MANO UMANA

In relazione al funzionamento in risposta al movimento manuale dell’operatore (senza nessuna altra fonte di energia) è inevitabile una valutazione sulla presa della mano e le forze che essa a vari livelli potrebbe esercitare nell’uso dello strumento.

 

2.1 Principali tipi di presa della mano

2.1.1 Prese digitali con opposizione subterminale (Prehension by subterminal opposition)

Fig. 1

in queste modalità di presa il pollice e l’indice (o qualsiasi altro dito)

sono in opposizione mediante i polpastrelli.

 

2.1.2 Prese digitali con opposizione subterminale-laterale (Prehension by subtermino-lateral opposition)

Fig.  2

il polpastrello del pollice preme sulla superficie laterale dell’indice.

 

2.1.3 Prese tridigitali (Tridigital grips)

 

Fig. 3

coinvolgono il pollice, l’indice ed il medio. Si può avere una presa tridigitale subterminale (ad esempio se si sostiene una piccola sfera con i polpastrelli delle prime tre dita) oppure, come nel caso della figura accanto, si può tenere l’oggetto tra i polpastrelli del pollice e dell’indice e la superficie laterale del medio.

 

2.1.4 Prese pentadigitali (Pentadigital grips)

 

Fig. 4

utilizzano tutte le dita con il pollice in diverse posizioni di opposizione. Può essere utilizzata per

afferrare saldamente oggetti da molto piccoli a relativamente grandi (ad esempio una palla da tennis).

 

2.1.5 Prese palmari diagonali (Diagonal volar grips)

 

Fig. 5

l’oggetto è mantenuto fra il pollice e le altre quattro dita, è in contatto con il palmo

della mano e il suo asse è diagonale rispetto a quello della mano


2.1.6 Prese palmari trasversali (Transverse volar grips)

 

Fig. 6

si avvicina al tipo di presa precedente ma l’asse della mano

è trasversale rispetto a quello dell’oggetto afferrato.

 

2.1.7 Prese palmari sferiche (Spherical volar grips)

 

Fig. 7

possono coinvolgere tre, quattro o cinque dita (come nella figura sopra) ed il palmo della mano.


2.1.8 Panoramica prese mano

Fig. 8

Panoramica prese mano


3.Forza applicata dalla mano

Per stabilire le caratteristiche (specifiche in forza) di presa principali della mano umana osserviamo le Tabelle 1, 2 e 3.

 

Tabella 1

Tabella 2

Forze esercitate nelle diverse prese in 100 soggetti sani: le prime colonne riguardano le prese di precisione, l’ultima (Grip) la forza nella power grip. Sono elencati nella prima riga i valori medi, nella seconda riga la deviazione standard corrispondente e nella terza il coefficiente di variazione percentuale.

 

Tabella 3

 

3.1 Distribuzione della forza nelle dita

Non sono presenti molti studi sulla fora esercitata dalle dita, tuttavia Swanson e Dickson permettono di fare una valutazione media come nella tabella 4.

 

 Tabella 4

 A riguardo del pollice, nel 2003 è stato realizzato uno studio che descrive le forze espresse dal pollice. Le forze non superano i 100N variando molto a seconda della direzione del movimento.

 

4.Forza esercitata nell’uso dello strumento dentale manuale

Gli strumenti dentali possono essere impugnati con presa bi digitale (Es. drill, tiranervi ecc.), con prese pluridigitali (Es. sonda, curettes, specillo, otturatore ecc.), con prese palmari (Es. pinza da estrazione, pinze per uncini, leve, sindesmotomi, portaghi ecc.), con prese centrate o laterali (Es. di nuovo leve, periotomi, osteotomi ecc.). Generalmente i movimenti sono di classe I, II e III.   

 

La forza esercitata sullo strumento in relazione al possibile danno a carico dei tessuti provocato dalla punta lavorante deve essere valutata dall’operatore.

Lo strumento deve al contempo permettere l’esercizio della forza quando l’operatore lo utilizza per la sua destinazione d’uso.

Il rischio di rottura dello strumento è un rischio che riguarda le caratteristiche meccaniche della materia, e del suo trattamento, con cui esso è fabbricato.

Negli strumenti ad asta con punte inserite sul manico (Es. sonde, curettes, scalers, specilli, otturatori, modellatori, brunitori, spatole varie, sindesmotomi assemblabili ecc.) esiste un potenziale rischio che la punta si sfili dal manico dello strumento con la possibilità di provocare un danno al paziente e/o all’operatore.

 

Fino a che forza deve resistere l’accoppiamento fra punta e manico di uno strumento?

 

Una presa bidigitale esercita mediamente una forza di circa 100N. La presa dello strumento è almeno tridigitale. Se come range di resistenza minima per il test di estrazione forzata delle punte prendiamo a riferimento la massima presa di potenza nell’età in cui essa è esprimibile (500N - 20/25 anni), abbiamo già un margine di sicurezza prudenziale da cui partire a fare tutte le valutazioni del caso con un tempo/andamento del dinamometro di 1minuto x 10mm al minuto.

 

Ricordiamo che 500N corrispondono a 50,968399Kg forza (Vedi Tabella 5).

 

Tabella 5

Tabella di conversione N/Kg

 

5 Tecnica di inserimento delle punte e igiene

Abbiamo visto che i principali tipi di inserimento delle punte sono per interferenza, avvitamento, affogamento e per serraggio con mandrino.

 

Se i manici e le punte sono ben costruiti non dovrebbero esserci problemi di tenuta.

Trattandosi di un dispositivo medico non si può non prendere in esame anche l’aspetto igienico, in particolare in vista della manutenzione e del reprocessing per la sterilizzazione.

 

Dal punto di vista igienico il punto e la modalità di inserimento della punta rappresenta un punto critico dello strumento.

-Strumenti con inserimento per affogamento, filettatura o mandrino:

Gli inserimenti per affogamento nel materiale plastico lasciano molto spazio fra il gambo dello strumento e il manico (Foto A). Gli inserimenti per avvitamento (Foto B) o per mandrino (Foto C) a causa delle loro geometrie e del fatto che le punte vengo inserite e disinserite, anche se non sempre, lasciano molte zone d’ombra specie se le punte sono in materiale plastico, materiale soggetto a più facile e più veloce usura (Foto D).

 

La metodologia migliore sembrerebbe quella di inserimento per “interferenza” se pur con alcuni distinguo.

 

-Strumenti con manico in alluminio:

Le punte in acciaio inserite nel manico di alluminio possono provocare un effetto galvanico a causa della diversità dei due metalli originando la formazione di ossidi.

 

-Strumenti con anima interna in alluminio o acciaio inossidabile:

Le punte in acciaio inserite nell’anima in alluminio o nell’anima in acciaio a sua volta affogate dentro il manico in materiale plastico (Foto E) o di pezzo (Foto F) per la tipologia di progettazione scelta, in particolare per i materiali di rivestimento morbidi, potrebbero in ipotesi dare luogo ad infiltrazioni nell’interfaccia soprattutto a causa dell’uso e del trattamento degli strumenti. Quindi un focus da verificare con attenzione.

 


 -Strumenti con manico o boccola esterna in acciaio inossidabile:

La punta inserita nel manico in acciaio (Foto G) o inserita nella boccola in acciaio esterna del manico in materiale plastico (Foto H) risulterebbero più sicure.

 


In particolare fra i manici in materiale plastico il migliore risulterebbe quello del tipo con boccola in acciaio completamente esterna al materiale plastico. (Foto H e I)

 

Foto I

 

5. Conclusioni

-Durante l’uso in trazione sull’asse punta-strumento dello strumento dentale manuale potrebbe verificarsi un distacco della punta dal manico;

-A prescindere dalla reale resistenza del tessuto mucoso o osseo a una forza di trazione o compressione è opportuno eseguire test di resistenza, in asse manico-punta, al distacco, delle punte lavoranti dal manico dello strumento dentale manuale;

-La forza massima esprimibile dalla mano è di circa 500N (potemza massima esprimibile in età 20/25 anni). La massima forza esprimibile in forma bi-digitale è di circa 100N. La presa dello strumento è generalmente tridigitale.

-È opportuno prendere in considerazione l’ipotesi di eseguire test di prova a non meno di 300N (31Kg) in quanto rappresenta una prova fra la massima forza esprimibile dalla mano (500N con prese palmari, centrali o laterali) e quella bidigitale (100N).

-È opportuno valutare con attenzione la tecnica di inserimento delle punte in relazione ai al risultato dei test di bioburden, di sterilità e di LAL test per la verifica di possibili rischi post sterilizzazione in relazione alla conservazione/stoccaggio degli strumenti dentali manuali.

 

6. Bibliografia

1-“The Physiology of the joints” I. A. Kapandji – Volume One: Upper Limb – second ediction E.& S. Livingstonse – 1970;

 

2-“Anatomia della Mano” Stefano Roccella – Scuola Superiore S. Anna Pisa - Scuola di Studi Universitari e Perfezionamento di Pisa – 21 dicembre 2010;

 

3-Tesi di Turco Anna Problematiche nella riabilitazione della mano di pazienti emiplegici presso l’Università degli Studi di Padova - anno accademico 2009-2010;

 

4- MARCUS:  A Two Degree of Freedom Hand Prosthesis with Hierarchical Grip control - P.J. Kyberd, Owen E. Holland, Paul H. Chappell, Simon Smith, Robert Tregidgo, Paaul J. Bagwell and Martin Snaith - IEEE Transaction on Rehabilitation Engineering, Vol. 3 No. 1, March 1995;

 

5-The assessment of hand functiom – Part I – Measurement of individual digits, The hand,– Dickson, R. A. Novolle, F.V. - Vol. 4, No. 3, 1972;

 

6-A classification of manipulative hand movements – J. M. Elliot, K. J. Connoly – Developmental & Child Neurology, 1984, 26, 283-296;

 

7-Finger force capability: measurement and prediction using anthropometric and myoelectric measures - Thesis submitted to the Faculty of the Virginia Polytechnic Institute and State University in partial fulfillment of the requirements for the degree of Master of Science in Industrial and Systems Engineering - Angela Di Domenico Astin – 16 dicembre 1999 - Blacksburg, Virginia.

 

8-Direttiva 93/42/CEE del Consiglio del 14 giugno 1993 concernente i dispositivi medici;

 

9-Decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46. Attuazione della direttiva 93/42/CEE, concernente i dispositivi medici;

 

10-Decreto Legislativo 31 ottobre 2002, n.271 Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 24 febbraio 1997, n. 46, concernente i dispositivi medici, in attuazione delle direttive 2000/70/CE e 2001/104/CE. (GU n. 291 del 12-12-2002);

 

11-Regolamento (UE) 2017/745 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2017, relativo ai dispositivi medici, che modifica la direttiva 2001/83/CE, il regolamento (CE) n. 178/2002 e il regolamento (CE) n. 1223/2009 e che abroga le direttive 90/385/CEE e 93/42/CEE del Consiglio.

 

12- Direttiva Europea 2010/32/UE del 10 maggio 2010 in materia di prevenzione delle ferite da taglio e da punta nel settore ospedaliero e sanitario;

 

13- Decreto Legislativo 19 febbraio 2014, n. 19 Attuazione della direttiva 2010/32/UE che attua l'accordo quadro, concluso da HOSPEEM e FSESP, in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario. (14G00031) (GU Serie Generale n.57 del 10-03-2014);

 

14-Norma EN ISO1639:2010 - Odontoiatria – Dispositivi medici per odontoiatria – strumenti.

 





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